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1. Cosa sono i cookie?

I cookie sono piccoli file di testo che i siti visitati dagli utenti inviano ai loro terminali, ove vengono memorizzati per essere poi ritrasmessi agli stessi siti alla visita successiva. I cookie delle c.d. "terze parti" vengono, invece, impostati da un sito web diverso da quello che l'utente sta visitando. Questo perché su ogni sito possono essere presenti elementi (immagini, mappe, suoni, specifici link a pagine web di altri domini, ecc.) che risiedono su server diversi da quello del sito visitato.

2. A cosa servono i cookie?

I cookie sono usati per differenti finalità: esecuzione di autenticazioni informatiche, monitoraggio di sessioni, memorizzazione di informazioni su specifiche configurazioni riguardanti gli utenti che accedono al server, memorizzazione delle preferenze, ecc.

3. Cosa sono i cookie "tecnici"?

Sono i cookie che servono a effettuare la navigazione o a fornire un servizio richiesto dall'utente. Non vengono utilizzati per scopi ulteriori e sono normalmente installati direttamente dal titolare del sito web.

Senza il ricorso a tali cookie, alcune operazioni non potrebbero essere compiute o sarebbero più complesse e/o meno sicure, come ad esempio le attività di home banking (visualizzazione dell'estratto conto, bonifici, pagamento di bollette, ecc.), per le quali i cookie, che consentono di effettuare e mantenere l'identificazione dell'utente nell'ambito della sessione, risultano indispensabili.

4. I cookie analytics sono cookie "tecnici"?

No. Il Garante (cfr. provvedimento dell'8 maggio 2014) ha precisato che possono essere assimilati ai cookie tecnici soltanto se utilizzati a fini di ottimizzazione del sito direttamente dal titolare del sito stesso, che potrà raccogliere informazioni in forma aggregata sul numero degli utenti e su come questi visitano il sito. A queste condizioni, per i cookie analytics valgono le stesse regole, in tema di informativa e consenso, previste per i cookie tecnici.

5. Cosa sono i cookie "di profilazione"?

Sono i cookie utilizzati per tracciare la navigazione dell'utente in rete e creare profili sui suoi gusti, abitudini, scelte, ecc. Con questi cookie possono essere trasmessi al terminale dell'utente messaggi pubblicitari in linea con le preferenze già manifestate dallo stesso utente nella navigazione online.

6. È necessario il consenso dell'utente per l'installazione dei cookie sul suo terminale?

Dipende dalle finalità per le quali i cookie vengono usati e, quindi, se sono cookie "tecnici" o di "profilazione".

Per l'installazione dei cookie tecnici non è richiesto il consenso degli utenti, mentre è necessario dare l'informativa (art. 13 del Codice privacy). I cookie di profilazione, invece, possono essere installati sul terminale dell'utente soltanto se questo abbia espresso il proprio consenso dopo essere stato informato con modalità semplificate.

7. In che modo il titolare del sito deve fornire l'informativa semplificata e richiedere il consenso all'uso dei cookie di profilazione?

Come stabilito dal Garante nel provvedimento indicato alla domanda n. 4, l'informativa va impostata su due livelli.

Nel momento in cui l'utente accede a un sito web (sulla home page o su qualunque altra pagina), deve immediatamente comparire un banner contenente una prima informativa "breve", la richiesta di consenso all'uso dei cookie e un link per accedere ad un'informativa più "estesa". In questa pagina, l'utente potrà reperire maggiori e più dettagliate informazioni sui cookie scegliere quali specifici cookie autorizzare.

8. Come deve essere realizzato il banner?

Il banner deve avere dimensioni tali da coprire in parte il contenuto della pagina web che l'utente sta visitando. Deve poter essere eliminato soltanto tramite un intervento attivo dell'utente, ossia attraverso la selezione di un elemento contenuto nella pagina sottostante.

9. Quali indicazioni deve contenere il banner?

Il banner deve specificare che il sito utilizza cookie di profilazione, eventualmente anche di "terze parti", che consentono di inviare messaggi pubblicitari in linea con le preferenze dell'utente.

Deve contenere il link all'informativa estesa e l'indicazione che, tramite quel link, è possibile negare il consenso all'installazione di qualunque cookie.

Deve precisare che se l'utente sceglie di proseguire "saltando" il banner, acconsente all'uso dei cookie.

10. In che modo può essere documentata l'acquisizione del consenso effettuata tramite l'uso del banner?

Per tenere traccia del consenso acquisito, il titolare del sito può avvalersi di un apposito cookie tecnico, sistema non particolarmente invasivo e che non richiede a sua volta un ulteriore consenso.

In presenza di tale "documentazione", non è necessario che l'informativa breve sia riproposta alla seconda visita dell'utente sul sito, ferma restando la possibilità per quest'ultimo di negare il consenso e/o modificare, in ogni momento e in maniera agevole, le proprie opzioni, ad esempio tramite accesso all'informativa estesa, che deve essere quindi linkabile da ogni pagina del sito.

11. Il consenso online all'uso dei cookie può essere chiesto solo tramite l'uso del banner?

No. I titolari dei siti hanno sempre la possibilità di ricorrere a modalità diverse da quella individuata dal Garante nel provvedimento sopra indicato, purché le modalità prescelte presentino tutti i requisiti di validità del consenso richiesti dalla legge.

12. L'obbligo di usare il banner grava anche sui titolari di siti che utilizzano solo cookie tecnici?

No. In questo caso, il titolare del sito può dare l'informativa agli utenti con le modalità che ritiene più idonee, ad esempio, anche tramite l'inserimento delle relative indicazioni nella privacy policy indicata nel sito.

13. Cosa deve indicare l'informativa "estesa"?

Deve contenere tutti gli elementi previsti dalla legge, descrivere analiticamente le caratteristiche e le finalità dei cookie installati dal sito e consentire all'utente di selezionare/deselezionare i singoli cookie.

Deve includere il link aggiornato alle informative e ai moduli di consenso delle terze parti con le quali il titolare ha stipulato accordi per l'installazione di cookie tramite il proprio sito.

Deve richiamare, infine, la possibilità per l'utente di manifestare le proprie opzioni sui cookie anche attraverso le impostazioni del browser utilizzato.

14. Chi è tenuto a fornire l'informativa e a richiedere il consenso per l'uso dei cookie?

Il titolare del sito web che installa cookie di profilazione.

Per i cookie di terze parti installati tramite il sito, gli obblighi di informativa e consenso gravano sulle terze parti, ma il titolare del sito, quale intermediario tecnico tra queste e gli utenti, è tenuto a inserire nell'informativa "estesa" i link aggiornati alle informative e ai moduli di consenso delle terze parti stesse.

15. L'uso dei cookie va notificato al Garante?

I cookie di profilazione, che di solito permangono nel tempo, sono soggetti all'obbligo di notificazione, mentre i cookie che hanno finalità diverse e che rientrano nella categoria dei cookie tecnici, non debbono essere notificati al Garante.

16. Quando entrano in vigore le misure prescritte dal Garante con il provvedimento dell'8 maggio 2014?

Il Garante ha previsto un periodo transitorio di un anno a decorrere dalla pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale per consentire ai soggetti interessati di mettersi in regola. Tale periodo terminerà il 2 giugno 2015.

 

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Nei loro quasi 6000 anni di storia dal loro addomesticamento, gli alpaca sono stati amati dagli Incas decimati dai Conquistadores, allevati dal popolo peruviano e infine è stata aperta l’esportazione verso paesi come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, l’Europa e il Giappone. 

Nel 3500 A.C. le civiltà pre-colombiane stavano cominciando ad apprezzare il valore di questa elegante creatura . Questi antichi popoli cominciarono ad allevare gli alpaca e  usarono la loro fibra per l’abbigliamento e la loro carne per cibo.  Questi erano gli antenati degli Inca, una delle più grandi civiltà che il mondo abbia mai visto. 

La leggenda narra che Manco Capac fondò l’Impero Inca nel 1200 D.C. nella città di Cuzco, dopo aver realizzato l’unificazione e la conquista di tutta la costa occidentale del Sud America. 

Questa civiltà si diffuse, allevando gli alpaca come bene prezioso. La loro lana era utilizzata per le vesti dei re e dei nobili ed era usata anche per pagare i soldati dell’esercito.

La ricchezza di una persona era determinata dalla quantità e dalla qualità di alpaca che possedeva. Alcuni storici sostengono che la storia degli Inca è stata illustrata in arazzi annodati con filati in fibra di alpaca. Gli Inca furono i primi a selezionare la razza,  scegliendo i migliori esemplari per colori e  qualità della fibra.  

E’ difficile quantificare la perdita di capi dovuta alla guerra civile Inca  del 1527 e al devastente arrivodei conquistadores nel 1529. I conquistatori reputarono gli alpaca come animali inutili e li uccisero, per dare i pascoli aale loro pecore merinos. Le mandrie tanto care agli Incas, che erano state separate in base al colore, vennero distrutte per il 90%.  

Alcuni Inca con il loro alpaca più pregiati riuscirono a ritirarsi in una roccaforte nel profondo della Cordigliera delle Ande. Questo posto si chiamava Vilcabamba o “Valle Sacra”. Gli alpaca furono mantenuti al sicuro in questa valle fertile per 36 anni fino al 1572, quando gli spagnoli scoprirono la fortezza e uccisero l’ultimo sovrano Inca, Tupac Amaru.

Il futuro degli alpaca era di nuovo in pericolo. Gli spagnoli non capivano il valore di queste creature maestose e cosi le sfruttarono solo per la loro carne.

Solo nella prima metà del 1800  l’alpaca conquistò il suo giusto posto come fornitore di fibra di elitè. Sir Titus Salt di Londra fu il primo imprenditore tessile ha scoprire che la fibra di alpaca  fosse molto più forte e più morbida rispetto alla lana di pecora comunemente usata. 

Sir Titus iniziò a fare panno fine in fibra di alpaca nelle sue filande e lo usava per fare i vestiti eleganti per le signore di classe. 

La fibra di alpaca fece diventare Sir Titus uno degli uomini più ricchi in Yorkshire, in Inghilterra, in meno di 10 anni dal primo capo prodotto. L’industria dell’alpaca guadagnò popolarità e l’esportazione della fibra iniziò a diventare una fonte importante di reddito per la popolazione del Perù.  

La burrascosa vita politica del Perù ha impedito un programma di selezione professionale a livello nazionale, ma dagli anni 80 sono state prodotte linee di sangue pregiate soprattutto sul colore bianco, in quanto atto alla tintura.

Fino all’inizio della seconda guerra mondiale l’alpaca è stato conosciuto ed apprezzato come fibra di qualità ma dal dopoguerra la moda si è dimenticata dell’alpaca

Il mondo ha visto i  primi alpaca peruviani esportati negli anni 90 . Alcuni credono che gli alpaca peruviani siano stati mantenuti in purezza (cioè senza sangue Vicuna, Guanaco, o Lama) fra gli scontri e disordini. Altri credono che l’alpaca degli Inca fosse di gran lunga superiore ai nostri alpaca di oggi, ma non si può dire che anche gli alpaca odierni non siano forti e resistenti visto  che hanno combattuto per evitare la loro estinzione.

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